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Storie di Sport:Gianni e Pino Maddaloni, l'Oro di Scampia

  • Alessandro Bertozzi
  • 26 gen 2017
  • Tempo di lettura: 2 min

Qual'è la prima parola che può venire in mente a una persona, quando si dice "Scampia"? Alcuni penseranno "camorra", altri "spaccio", altri ancora "Vele". E' vero, quella di Scampia è una delle storie più tormentate del nostro paese. Le Vele, che dovevano essere l'alba di una nuova era, sono invece il covo di crimini e criminali di ogni genere. E' uno tra i quartieri col più alto tasso di disoccupazione d'Italia, vicino al 75%, in quanto pochissimi a Scampia hanno un lavoro legale. E' anche una delle zone di spaccio più grandi della penisola, con un giro d'affari di milioni di euro. I ragazzini che vi crescono spesso non hanno altra alternativa che entrare nel "Sistema", ovvero la Camorra. Da molti anni però per i ragazzi di Scampia c'é anche un'altra alternativa, e quest'alternativa si chiama Centro Sportivo Maddaloni.

Gianni Maddaloni, 60 anni quest'anno, non è certamente un superuomo. Per molto tempo ha lavorato come infermiere, il judo è sempre stato più una passione che un lavoro. In tutti questi anni si è posto un obiettivo che, considerato il contesto, parrebbe utopico: insegnare la legalità attraverso il judo. E'una battaglia dura, in una palestra per la quale Gianni fa fatica a pagare le bollette a volte, e spesso alcuni ricadono nella criminalità. Ciò nonostante i risultati dello Star Judo Club sono sotto gli occhi di tutti: una vera e propria fucina di campioni a livello nazionale e internazionale. Inoltre Maddaloni padre è una figura rispettatissima nel nostro panorama sportivo, additato da molti come esempio di onestà e dedizione. Dopo tanto tempo il suo impegno ha ottenuto gli effetti sperati: a Scampia sorgerà il centro tecnico più grande d'Italia (il progetto del quale è nella foto sotto), un monumento all'impegno e alla costanza di Gianni e di tutti i suoi collaboratori.

Tra le tante vittorie del clan Maddaloni, quella che di sicuro brilla di più è quella del figlio Giuseppe, detto Pino, alle Olimpiadi di Sydney 2000. Battendo in finale il brasiliano Tiago Camilo, ha portato agli onori delle cronache la realtà della sua Scampia, dimostrando che non importa dove nasci o da chi nasci, puoi diventare davvero un mito.

(nota dell'autore: questa è la prima di una serie di storie VERE che vorrei pubblicare. Spero vi piacciano!)


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