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24 per uno, uno per 24

  • Giulia Mongardi e Matilde Fusella
  • 13 feb 2017
  • Tempo di lettura: 3 min

Vi siete mai sentiti due o più persone persone diverse all'interno di uno stesso corpo? Può capitare che in seguito ad aver fatto qualcosa fuori dal nostro ordinario, o dopo aver portato a termine qualcosa di stupido, ci sentiamo diversi. Una parte di noi può essere coraggiosa, un'altra può essere più stupida, una può essere più bambina, ma ciò non toglie che dall'esterno gli altri ci vedono sempre come la stessa persona. Sta di fatto che avere più personalità può sì sembrare solo una sensazione, ma in alcuni casi può essere anche una malattia, chiamata disturbo dissociativo della personalità. Nella definizione online di questo disturbo troviamo scritto che implica la presenza di due o più personalità, ma se io vi dicessi che è esistita una persona con 24 personalità all'interno dello stesso corpo, mi credereste? È il caso di William Stanley Milligan, conosciuto più come Billy Milligan, criminale statunitense deceduto tre anni fa, affetto da questo disturbo e preso d'esempio per la realizzazione del film "Split" diretto dal famosissimo regista M. Night Shyamalan uscito giovedì 26/01 nelle sale cinematografiche italiane. Si tratta di un film che prende Billy come ispirazione ma che non tratta le vicende realmente accadute, bensì amplia la storia aggiungendo dei particolari grazie ai quali si denota infatti una sfumatura fantastica. Il protagonista non è più Billy, bensì Kevin Wendell Crumb. La personalità di questo ragazzo convive con altre ventitré che col passare del tempo acquistano sempre più potere nei confronti dell'originale. Kevin non è una persona che deve essere solo seguita da uno psichiatra e studiata, bensì deve essere anche tenuta sotto controllo in quanto può essere estremamente pericolosa. Nel film infatti una delle sue personalità, Dennis, rapisce tre adolescenti che si ritrovano rinchiuse in una stanza dopo essere state addormentate, egli però non agisce da solo, viene infatti aiutato da Patricia, un'altra personalità dominante. Dopo un breve periodo passato all'interno di questo posto la ragazza che all'apparenza può sembrare più ingenua, Casey, si rivela invece la più scaltra; è infatti la prima a capire che c'è qualcosa che non va all'interno di colui che le ha rapite. Questa persona infatti si presenta prima come un uomo adulto ossessionato dall'igiene (Dennis), poi come una signora all'apparenza molto premurosa (Patricia) e infine anche come un bambino di soli nove anni che cerca di fare amicizia (Hedwig). Casey riesce infatti a sfruttare al meglio la situazione al fine di scoprire il motivo per il quale sono state rapite e qual è il loro destino, ma soprattutto per cercare una via d'uscita. L'andamento del film é inoltre interrotto dalle sedute che apparentemente Kevin ha con la sua psicologa che lo segue da parecchio tempo e che è interessata allo studio di questa sua malattia in quanto egli possiede delle personalità molto particolari. Una personalità per esempio ha il diabete, un'altra teme i germi, un'altra è omosessuale, ma ce ne sarebbero molte altre da elencare. In più ciò che incuriosisce la psicologa è il fatto che Kevin le parli costantemente di una bestia che sembra sul punto di arrivare.

Il finale lascia trapelare uno spunto di apertura e di continuazione per un futuro sequel.

L’interpretazione di James McAvoy è degna di nota e ricca di variazioni che lasciano col desiderio di vedere questo film in lingua originale per poter apprezzare al meglio il personaggio. In conclusione si tratta di un film piacevole, bizzarro e quasi unico nel suo genere. Da vedere assolutamente.

Johnniez (Giulia Mongardi e Matilde Fusella) - 3GL


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